5 motivi per passare al cloud: migliorare velocità e prestazioni

da | Gen 18, 2023 | Rivoluzione Agile

Perché sosteniamo che passare al cloud migliora la velocità e le prestazioni delle aziende?

Il 42% dei professionisti afferma che il miglioramento delle prestazioni della rete è uno dei motivi principali per effettuare il passaggio al cloud; inoltre, più grande è l’azienda, più le prestazioni sono importanti.

Di fatto, nelle aziende con oltre 1.000 dipendenti, il 76% dei leader intervistati afferma di adottare il cloud per migliorare la velocità di distribuzione dei servizi IT.

In che modo, esattamente, il cloud rende più veloce la tua azienda?

Esistono sei motivi principali:

  1. Prestazioni di rete migliori
    Nel 2019, secondo un sondaggio INAP, le prestazioni della rete sono diventate il motivo principale per cui le aziende hanno scelto di passare al cloud, mentre nel 2018 questo motivo si collocava al terzo posto.
    Il motivo di questo cambiamento potrebbe rivelarsi una sorpresa ed è la fidelizzazione dei clienti.
    È vero che le prestazioni non hanno un impatto solo sui team IT, infatti se i sistemi non funzionano, c’è anche il rischio di perdere clienti e, poiché mantenere un cliente esistente ha un costo di 5-25 volte inferiore rispetto a quello di acquisirne uno nuovo, le prestazioni della rete hanno un impatto diretto sui profitti dell’azienda.
  2. Tempo di attività garantito
    Qualsiasi fornitore di servizi cloud che si rispetti ti offrirà una garanzia di tempo di attività, nonché la tranquillità che deriva dal sapere che i tuoi sistemi saranno disponibili quasi 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
    L’offerta cloud Premium di Atlassian garantisce uno SLA sul tempo di attività pari al 99,9% e, qualora non venga rispettato, offre crediti sul servizio.
    Nel piano Cloud Enterprise, Atlassian aumenta tale garanzia finanziaria portandola al 99,95%.
    Entrambi i piani includono l’assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 con tempi di risposta massimi di un’ora.
  3. Aggiornamenti automatici delle prestazioni
    Gli aggiornamenti automatici migliorano le prestazioni e allo stesso tempo garantiscono che non vi siano ritardi nell’ottenerle (poiché non è previsto un processo di aggiornamento manuale).
    Questo significa avere sempre accesso agli strumenti che offrono le prestazioni in assoluto migliori e non rimanere mai indietro rispetto alla concorrenza.
  4. Accelerazione dello sviluppo e della distribuzione del prodotto
    Un altro ambito in cui il cloud risulta vincente in termini di velocità rispetto all’hosting on-premise è la continuous integration (la pratica di sincronizzare il lavoro degli sviluppatori durante la giornata) e la continuous delivery (distribuzione di piccole modifiche software in modo rapido e a cadenza regolare).
    CI e CD sono le best practice sia per DevOps che per Agile e sono state ampiamente adottate dai team di sviluppo ma non solo. Il vantaggio principale offerto dalla CI è l’aumento della velocità (e della coerenza) mentre il team si prepara per la distribuzione. Il vantaggio principale della CD risiede nella possibilità di apportare modifiche agli utenti in modo più veloce e in batch più piccoli che possono essere ridotti facilmente in caso di imprevisti.
    Cosa c’entra questo con il passaggio al cloud?
    Analogamente all’abilitazione del lavoro da remoto e dei team distribuiti, sebbene la CI o la CD siano supportate on-premise, il cloud è generalmente più veloce e meno complicato offrendo accesso istantaneo a una maggiore potenza di elaborazione e a un maggior numero di computer, e questo significa poter eseguire task CI/CD simultaneamente, accelerando in notevole misura queste pratiche essenziali, per non parlare del fatto che la maggior parte dei software CI/CD è basata sul cloud e si integra alla perfezione con altri strumenti cloud.
  5. Scalabilità automatica e bilanciamento del carico
    Con l’hosting on-premise, la potenza di calcolo è sempre limitata. Hai a disposizione un determinato numero di server, un determinato numero di servizi di bilanciamento del carico e una determinata quantità di potenza.
    Questo significa che se la base di utenti cresce rapidamente o in maniera imprevista, i sistemi potrebbero subire un rallentamento progressivo o, peggio ancora, un’interruzione totale.
    Con la scalabilità automatica nel cloud, la potenza di elaborazione può aumentare fino a raggiungere il livello necessario per gestire picchi di utilizzo imprevisti. Quindi, se la base di utenti esterni quadruplica durante la notte o devi raddoppiare le dimensioni del tuo team interno entro una settimana per soddisfare la nuova domanda, la velocità non ne risente.
  6. Standardizzazione
    Alcuni team utilizzano il passaggio al cloud come un’opportunità per snellire i processi interni, accogliendo la migrazione come un’opportunità per migliorare la velocità e la produttività sia all’interno dei loro strumenti che all’esterno, nei processi e nella cultura.
    Proprio come il trasloco in una nuova casa è spesso un’opportunità per passare tutto in rassegna e sbarazzarsi di ciò che non serve, ad esempio un paio di vecchie scarpe sepolte nell’armadio o un set di mazze da golf che hai acquistato con le migliori intenzioni ma che non hai mai usato, il passaggio al cloud è una buona scusa per esaminare a lungo istanze, flussi di lavoro, documentazione, best practice del team e così via, e interrogarsi su quali siano i fattori che promuovono oppure ostacolano il raggiungimento degli obiettivi di business complessivi.

Passaggio dall’ambiente on-premise al cloud

Nel complesso, il passaggio al cloud può migliorare le prestazioni, lo sviluppo dei prodotti e la velocità dei processi.

Detto questo, l’unica parte di questa transizione che non sempre è veloce è la migrazione dall’ambiente on-premise al cloud.

È opinione diffusa che effettuare il passaggio in sé è semplice come premere un pulsante, ma si tratta di una semplificazione eccessiva.

La verità è che le migrazioni richiedono tempo e per farle bene è necessario un piano di migrazione.

La migrazione degli asset nel cloud comporta il test delle applicazioni, la considerazione delle limitazioni della larghezza di banda e l’allocazione delle risorse appropriate, sia interne che esterne, necessarie per il passaggio.

Queste azioni hanno delle timeline che variano notevolmente a seconda delle dimensioni e della configurazione dell’organizzazione.

Una piccola azienda con un solo server e nessun servizio integrato può effettuare facilmente il passaggio in meno di una settimana. Tuttavia, questo è lo scenario più veloce. La maggior parte delle aziende deve fronteggiare una configurazione più complessa che prevede l’integrazione di e-mail, repository di documenti e sistemi di comunicazione. Inoltre, più i sistemi sono grandi e integrati, maggiore è il tempo richiesto per la migrazione. La media del settore si aggira intorno a uno o due mesi e nelle aziende più grandi, caratterizzate da configurazioni complesse, a volte sono necessari fino a 12 mesi dall’inizio fino alla produzione e alla formazione.

tempi migrazione cloud

Quello appena descritto è solo l’aspetto tecnico del processo.

Una volta effettuata la migrazione dei sistemi, è importante valutare il tempo necessario per formare i dipendenti, garantire l’allineamento culturale e dei team ai nuovi sistemi e aggiornare la documentazione interna affinché includa le modifiche dei flussi di lavoro, dei processi e delle procedure di esecuzione dei task all’interno del sistema aggiornato.

Il punto chiave è che quando parliamo di velocità e risparmio di denaro offerti dal cloud, adottiamo una visione a lungo termine.

Ottenere un’agilità e una convenienza maggiori ha un costo iniziale, sia in termini di tempo che di budget, e quanto più grande è l’azienda, tanto più lunga tende a essere la timeline. L’importante è capire il valore a lungo termine che ci si può aspettare dalla migrazione. C’è una ragione per cui il 76% dei leader afferma di adottare il cloud per migliorare la velocità dei servizi IT: perché quei guadagni a lungo termine sono più importanti del lavoro a breve termine.

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